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Sextortion

Parliamo di sextortion quando si fa uso di foto e video intimi per ricattare qualcuno. I malintenzionati costruiscono un rapporto di fiducia sulla base dell’inganno per ottenere materiale fotografico sensibile. Chi segue le principali strategie di difesa e procede con la massima cautela online, riduce al minimo il rischio di sextortion.

Cos’è la sextortion?

La parola è composta dai due lemmi inglesi «sexual» e «extortion» (estorsione). Significa che una persona (adulta) utilizza realmente o presumibilmente foto e video con contenuto sessuale o erotico per minacciare o ricattare qualcuno.

Dati e fatti

  • 14 %

    dei bambini e degli adolescenti ha ricevuto esplicita richiesta di immagini peccaminose (Landesanstalt für Medien NRW, 2022).

  • 21 %

    delle adolescenti e il 10% degli adolescenti afferma di aver ricevuto immagini erotiche indesiderate dai rispettivi partner di incontri (Wolak et al., 2017).

  • 15 %

    delle adolescenti e il...

  • e 7 %

    degli adolescenti ha vissuto esperienze di sfruttamento sessuale in ambito digitale. Nel concreto questo vuol dire che (Wolak et al., 2017):

    • hanno subito pressione dai loro partner di incontri, affinché inviassero foto o video a sfondo sessuale.
    • hanno ricevuto minacce dai loro partner, nel momento in cui non lo facevano.
Pubblicare foto intime senza il consenso della persona ritratta e, quindi, ricattarla è un’azione passibile di pena.

Cosa accade nella sextortion?

Una persona adulta che pratica sextortion procede generalmente nello stesso modo di un/una cybergroomer: l’adulto s’insinua all’interno del mondo digitale, proprio là dove bambini e adolescenti trascorrono il loro tempo – sui giochi online, sui social media (Tiktok, Snapchat, Instagram, ecc.) e nelle chat.

Le reti criminali sono specializzate nel contattare bambini e adolescenti sui social media e nel guadagnarsi la loro fiducia, dando loro la sensazione di aver trovato un/una partner interessante. Nel momento in cui l’adolescente si convince a spogliarsi o a masturbarsi davanti alla telecamera, il malintenzionato registra la scena e poi la usa per ricattare il soggetto in questione. Molti chiedono denaro, mentre alcuni vogliono avere altre foto o un incontro personale finalizzato a un rapporto sessuale forzato.

La sextortion può colpire chiunque

La sextortion interessa sia adolescenti che adulti. Sono i ragazzi maschi ad essere maggiormente ricattati: vengono infatti contattati da persone che si spacciano per donne giovani e attraenti, le quali inviano ai ragazzi foto e video a sfondo sessuale (cfr. anche sexting) e chiedono in cambio materiale fotografico simile. Gli adolescenti dovrebbero essere coscienti del fatto che non è assolutamente possibile mantenere il controllo su foto o video una volta trasmessi. Le garanzie riguardanti l’uso confidenziale di questo materiale fotografico non cambiano la sostanza: chi invia foto e video intimi, si assume un notevole rischio di poter poi subire un ricatto.

Come agiscono gli autori di reati

I groomer vanno generalmente alla ricerca di ragazzi timidi e bisognosi di attenzioni e affetto, oppure di quelli estroversi e amanti del rischio, ottenendo poi la loro fiducia grazie a un modo di comunicare divertente e rilassato. Scrivendo commenti spinti a livello sessuale, testano se il ragazzo/la ragazza mostra un’apertura in questa direzione e, in sostanza, se è sessualmente attivo/a.

In una prima fase c’è addirittura uno scambio di foto senza riferimenti sessuali. L’autore del reato vuole essere sicuro che la vittima sia realmente minorenne e verificare che rispecchi i suoi gusti personali. Di solito, il groomer fa intendere alla potenziale vittima di avere la stessa età, gli stessi hobby e interessi.

Per instaurare una relazione stretta e prendere il controllo sull’adolescente in questione, l’adulto malintenzionato stabilisce una forte connessione emotiva...

  • adottando un linguaggio tipico degli adolescenti;
  • andando subito a parare su temi personali, per instaurare un legame;
  • facendo domande personali e sulla sua vita e interessandosi dei suoi problemi e delle sue preoccupazioni;
  • accentuando gli aspetti che hanno in comune, presunti o reali che siano.

Queste strategie servono a costruire una fiducia di base. L’obiettivo del groomer è ottenere sempre più potere e controllo della situazione e dell’adolescente, creando così una sorta di dipendenza emotiva.

Il groomer valuta i rischi del contatto con l’adolescente cercando di capire se il/la minorenne parli con altri di questa relazione. Domande riguardanti l’uso esclusivo del dispositivo, la residenza, gli orari di lavoro dei genitori o l’utilizzo autonomo dei canali online possono fornire informazioni importanti.

Il/La groomer vuole che l’adolescente si butti completamente in questo rapporto. Per conquistare la sua fiducia, l’adulto chiede al minore di confidargli i suoi segreti, i sui problemi e le preoccupazioni e gli lascia intendere che solo lui è in grado di comprenderli e di risolverli.

Sottolinea la preziosità della loro relazione. Gli fa credere che parenti e amici non capirebbero il loro rapporto e, quindi, lo induce a tenerlo segreto. Dal momento che la relazione diventa esclusiva, il/la groomer è in grado di ridurre al minimo gli influssi esterni disturbanti e di massimizzare la propria influenza sull’adolescente.

Il/La groomer parla con l’adolescente di esperienze e fantasie sessuali, assumendo un ruolo da mentore con la volontà di aiutare il/la minorenne a capire meglio la propria sessualità. Questo scambio è l’inizio dei primi contatti sessuali tra il groomer e la sua vittima. La richiesta può essere l’invio diretto di materiale a sfondo sessuale, come ad es. immagini di nudo, video, registrazioni vocali oppure anche atti sessuali davanti alla webcam (Camsex). Altrimenti si passa all’estorsione con offerte di denaro in cambio di immagini che ritraggono l’adolescente nudo. Questo materiale fotografico può essere utilizzato per ricatti o minacce allo scopo di manipolare e controllare l’adolescente. (cfr.e anche sexting)

Strategie di protezione – prima che accada il fatto

    • Evitate per quanto possibile di condividere online dati personali di vostro figlio, soprattutto sui social media.
    • Postate online solo quello che condividereste anche offline con persone sconosciute.
    • Per proteggere la sua privacy, non postate foto di vostro figlio in cui risulti riconoscibile.
    • Impostate il vostro profilo su privato oppure condividete le foto che ritraggono vostro figlio soltanto con persone selezionate: in questo modo siete voi a decidere chi può vedere i contributi che postate.
    • Fate attenzione a utilizzare voi per primi i media e Internet nel modo corretto: per vostro figlio siete un modello, anche online.
    • Mostrate interesse per quello che fa vostro figlio su Internet e parlategli anche dei rischi connessi all’utilizzo dei mezzi digitali. Spiegate che non tutte le persone presenti su Internet hanno buone intenzioni e che i profili esistenti, anche quelli di altri bambini, possono essere falsi. Ditegli anche che deve usare prudenza, soprattutto in caso di richieste di contatto da parte di persone sconosciute.
    • Informatevi circa un’educazione sessuale adeguata all’età di vostro figlio e mettetelo in guardia dal rischio della violenza sessuale, sia online sia offline. Parlare in modo franco della sessualità trasmette fiducia e promuove il sano sviluppo sessuale del bambino.
    • Allenatevi con lui ad adottare strategie di difesa: se vi esercitate insieme a dire no, sarà in grado di farlo in situazioni di emergenza. Frasi come «Non voglio!» oppure «Ti denuncio!» possono fare paura.
    • Aiutate vostro figlio a proteggersi da solo dalla violenza sessuale, ad esempio visitando l’esposizione «Love Limits», pensata per gli adolescenti, i genitori e gli insegnanti. Qui i giovani imparano a comprendere e rispettare il senso dei limiti personali nelle relazioni.
    • Se decidete di postare le foto di vostro figlio, fate riferimento alla seguente check list
  • I dati personali su Internet vengono rivelati con molta più facilità rispetto a quanto avviene nel mondo reale.

    • Parlate con vostro figlio del suo profilo presente sulle varie piattaforme e delle diverse impostazioni in caso di profili pubblici o privati. Leggete insieme a lui le impostazioni in materia di privacy utilizzate dai social network a cui è iscritto. Assicuratevi che i profili che contengono molte informazioni personali siano impostati su «privato», affinché solo amici e amiche e i follower accettati possano vederne i contributi o interagire con vostro figlio.
    • Mostrate a vostro figlio come selezionare l’opzione «messaggi effimeri». Ad esempio, basta inserire in un motore di ricerca «WhatsApp e opzione messaggi effimeri» per trovare la guida disponibile. Tuttavia, questa opzione non vi mette al riparo da un’eventuale diffusione: l’altra persona, infatti, può fare uno screenshot o scattare foto con un secondo cellulare.
    • Su un motore di ricerca, cercate con vostro figlio come si può riconoscere un profilo fake, ad es. su Instagram. Vi basterà digitare ad es. «riconoscere profili fake su Instagram».
    • Mostrate a vostro figlio come proteggere i dispositivi e le gallerie fotografiche con una password (o un sistema di riconoscimento facciale).
    • Spiegategli di non cliccare mai su link provenienti da fonti sconosciute e di non scaricare file perché potrebbero contenere spam e malware.
    • Ricordate a vostro figlio di scegliere password forti a prova di hacker.

Strategie di protezione – a fatto ormai avvenuto

    • In caso di necessità, chiedete supporto e ulteriori informazioni allo sportello di segnalazione e di consulenza indipendente e anonimo clickandstop.ch
    • Non cedete per alcun motivo alle richieste dei ricattatori/delle ricattatrici (ad es. creazione/invio di immagini o denaro).
    • Non rimproverate vostro figlio; dimostrategli, anzi, che siete al suo fianco. La violenza sessuale nei confronti di bambini e adolescenti non è mai colpa loro, che avvenga online oppure offline.
    • Fate capire a vostro figlio che non ha colpe e che non è solo. Episodi di questo tipo possono generare un senso di vergogna nel bambino, il quale, magari, in un primo momento non desidera parlarne con voi. È tuttavia importante cercare un dialogo per capire il motivo che ha spinto vostro figlio ad allacciare un rapporto con questa persona e come potete proteggerlo meglio in futuro.
    • Incoraggiate vostro figlio e non fategli mai mancare il vostro sostegno. Può capitare che d’un tratto i bambini e gli adolescenti rifiutino ogni tipo di mediazione o non accettino alcun aiuto. Una possibile motivazione è la paura di dover coinvolgere anche altre persone, ad esempio la polizia. Spiegategli che si tratta di specialisti, il cui compito è fornire aiuto e supporto.
    • Se avete qualcosa da segnalare, andate immediatamente alla polizia e denunciate l’accaduto. Se possibile, portate delle prove. Attenzione a quanto segue:
    • non salvate, inviate e modificate immagini o video pedopornografici. Il possesso e l’invio di materiale contenente atti sessuali con minorenni è vietato tanto quanto la produzione. Non fatevi quindi nemmeno inviare da altri immagini o video di questo tipo, da salvare come prova sul cellulare. 
    • Portate direttamente i cellulari o i tablet incriminati alla polizia.
    • Raccogliete le informazioni disponibili sugli autori/sulle autrici di reati: 
    • user name tramite screenshot, che contengano il nome utente e anche la foto profilo dell’account interessato. Segnate la data e l’ora in cui salvate lo screenshot.
    • Dati dei bonifici in caso di ricatti (ad es. coordinate bancarie)
    • Indirizzi mail, numeri di telefono utilizzati, ecc.

Maggiori informazioni sull'argomento

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Protezione dell’infanzia Svizzera menziona la violazione dei diritti dei bambini e chiede la coerente attuazione della CRC ONU in Svizzera. La Fondazione interviene in dibattiti, agisce per proteggere i bambini e chiede che i responsabili politici creino strutture adatte ai bambini e alle famiglie.