Partecipazione di bambini e genitori come importante presupposto per sostenere efficacemente la protezione dei minori
Il diritto del bambino alla partecipazione stabilito dall’articolo 12 della Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia comprende tutti i processi decisionali che lo riguardano. È dimostrato anche a livello empirico che il consenso e la collaborazione dei bambini e dei genitori interessati influenzano il successo delle prestazioni di sostegno ambulatoriali e stazionarie che, laddove possibile, devono dunque essere richieste di comune accordo. Ciò presuppone che i bambini e i loro genitori siano coinvolti nel processo e ritengano l’aiuto pertinente, ma anche che si riesca a instaurare un rapporto di fiducia, attribuendo sempre importanza all’interesse superiore del minore. Un maggiore coinvolgimento contribuisce poi a migliorare la protezione dei minori.
Qualificazione del personale specializzato nella protezione dei minori
Oltre alla propria disciplina, il personale specializzato che lavora con i bambini in vari contesti istituzionali necessita di competenze specifiche sulla protezione dei minori, ad esempio competenze generali su come rilevare precocemente e gestire le minacce al bene dei bambini, conoscenze sul sistema di protezione dei minori e sui vari attori coinvolti, sulla conduzione di colloqui con i bambini, sulla prima infanzia, su come garantire la sicurezza delle vittime e documentare i segni nonché conoscenze di base dei diritti dei bambini. La formazione continua e la qualificazione del personale specializzato rappresentano importanti risorse per la qualità nell’ambito della protezione dei minori.
Standard qualitativi transdisciplinari come quadro di riferimento specialistico
Con l’introduzione dell’Autorità di protezione dei minori e degli adulti nel 2023, la protezione dei minori ha fatto un passo avanti in termini di professionalizzazione. Eppure, per via della struttura federale, il sistema svizzero continua a essere eterogeneo in questo campo, non riuscendo a offrire le stesse prestazioni ovunque. Nel frattempo sono stati elaborati diversi standard e raccomandazioni per specifici ambiti della protezione dei minori, ma non sono consolidati in modo uniforme e vincolante a livello federale. Accanto alla protezione amministrativa dei minori, occorre rafforzare quella consensuale e al contempo il rilevamento e l’intervento precoci in caso di minacce al bene dei minori.
Gli standard qualitativi aiutano a risolvere le attuali disparità nella protezione dei minori. Tuttavia, dovendo essere adattati al singolo caso, non vanno considerati come una rigida standardizzazione di alcune procedure, ma servono come quadro di riferimento e sistematizzazione tecnica. A tal proposito, l’interdisciplinarità o la transdisciplinarità rappresenta un importante presupposto per superare i confini professionali dei singoli attori nel campo della protezione dei minori, rafforzare la comprensione reciproca e sviluppare un quadro comune per la collaborazione.
Rete, scambi e cooperazione per migliorare la qualità
Proteggere i minori è un compito che riguarda più soggetti. Rafforzare le reti e migliorare la cooperazione tra gli attori coinvolti nella protezione dei minori amministrativa e consensuale è un fattore essenziale in termini di qualità. Affinché i membri di differenti gruppi di lavoro e sistemi di assistenza possano collaborare, occorre che tutti siano consapevoli di come procedere all’interno di strutture professionali con una situazione complicata. Conoscere le responsabilità, l’incarico e le possibilità dei vari gruppi di lavoro è un importante presupposto. L’esperienza dimostra che quando sistemi di assistenza differenti cooperano senza aver chiarito ruoli e compiti e senza avere una concezione comune di protezione dei minori si verificano errori e si sprecano energie. La mancanza di una collaborazione vincolante porta di continuo a un’elaborazione insoddisfacente dei casi, a scapito di bambini e famiglie.
Scambio di informazioni tra personale specializzato e protezione della personalità (protezione dei dati)
Uno scambio affidabile tra i gruppi di lavoro e la creazione di un rapporto di fiducia con le persone coinvolte sono indispensabili per il funzionamento della protezione dei minori. La collaborazione presuppone però sempre la possibilità di scambiare informazioni. La trasmissione di dati personali sensibili è un aspetto delicato.
Nell’ambito del rilevamento e dell’intervento precoci di minacce al bene dei minori e della protezione consensuale dei minori, lo scambio di informazioni tra uffici specializzati è possibile solo con l’autorizzazione delle persone interessate o facendo riferimento a una base giuridica come la legge scolastica cantonale. Questo limite nella trasmissione delle informazioni è giustificato anche dal punto di vista tecnico, in quanto le prestazioni assistenziali sono promettenti solo se ritenute pertinenti dagli interessati. Sono fatte salve le gravi minacce al bene dei minori che richiedono una segnalazione immediata (protezione dei minori amministrativa). Per quanto riguarda la protezione amministrativa dei minori, la trasmissione delle informazioni alle autorità preposte per bambini e adulti è disciplinata dal codice civile, mentre quella alle autorità penali per i minori dal diritto penale minorile.
Il ruolo della progettazione e della cultura a livello organizzativo
Per le organizzazioni attive nel campo della protezione dei minori e per la loro qualità è indispensabile disporre di una policy che serve a chiarire quali sono i propri rischi e adottare misure che li riducano al minimo. Una policy sulla protezione dei minori deve favorire una cultura dell’attenzione e dell’osservazione accurata, sia all’interno sia nei confronti di terzi che devono impegnarsi a collaborare in determinati compiti.