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Esposizione «Una Svizzera per i bambini. Ma è proprio così?»

L’esposizione «Una Svizzera per i bambini. Ma è proprio così?» è stata presentata a Palazzo federale da novembre 2019 a marzo 2020. L’esposizione non è più in corso.

L’obiettivo

«Una Svizzera per i bambini. Ma è proprio così?» mostra sulla base di casi veri accaduti in Svizzera le conseguenze concrete che la lacunosa attuazione della Convezione ONU sui diritti del fanciullo ha quotidianamente in Svizzera per i bambini. Tuttavia, l’esposizione non intende soltanto mostrare, bensì ci esorta finalmente ad agire. Il 2019, anno dell’anniversario, rappresenta un’occasione per portare finalmente avanti la realizzazione dei diritti dell’infanzia per tutti i bambini anche in Svizzera.

 

L’esposizione

«Una Svizzera per i bambini. Ma è proprio così?» è composta da quindici scene. Ogni scena racconta sulla base di un oggetto originale un caso vero accaduto in Svizzera. I casi scelti mostrano la sofferenza che le lacune nell’attuazione della Convezione ONU sui diritti del fanciullo continuano a provocare nei bambini giorno dopo giorno in Svizzera.

Le motivazioni

Ogni bambino ha il diritto di crescere in salute e sicurezza, di svilupparsi in tutta la sua potenzialità, di essere ascoltato e preso sul serio. Questo è quanto l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì più di trent’anni fa nella Convezione sui diritti del fanciullo per i bambini e gli adolescenti fino ai 18 anni.

La Svizzera ratificò la Convenzione nel 1997. Oggi – 24 anni dopo – il bilancio sulla sua attuazione in Svizzera non risulta ottimale. Di fatto, sul piano politico, il tema dei diritti dell’infanzia deve essere a tutt’oggi continuamente ricordato.

Data la loro collocazione nella società, i bambini sono particolarmente vulnerabili e non sono in grado di affermare da sé i loro diritti. Pertanto, la realizzazione dei loro diritti ha luogo all’interno del triangolo Stato– Genitori – Bambini. I genitori hanno il diritto e al tempo stesso il dovere di tutelare, sostenere e guidare i loro figli. Lo Stato è tenuto a creare le premesse necessarie ad appoggiare i genitori nel loro compito e, qualora i genitori non si rivelino in grado di svolgerlo, a intervenire.

La Convenzione sancisce dei diritti per i bambini; tuttavia, per motivi legati allo sviluppo, la capacità di giudizio e azione di questi ultimi si evolve solo per gradi. Ciò rende necessaria l’introduzione di normative che consentano una mediazione ponderata tra la responsabilità educativa dei genitori e il diritto di autodecisione del bambino.

Convenzione ONU sui diritti del fanciullo

Il 20 novembre 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione, con la quale i bambini e le bambine di tutto il mondo furono per la prima volta riconosciuti come titolari di diritti – alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione e all’ascolto delle proprie opinioni.

Questo Trattato formula standard validi in tutto il mondo che riguardano il rapporto con i bambini, al di là di tutte le differenze sociali, culturali, etniche o religiose. Per la prima volta i bambini vengono considerati personalità autonome, con una propria opinione, che hanno il diritto di esprimere. La Svizzera ratificò la Convezione nel 1997.

Si basa su quattro principi fondamentali:

  1. Il diritto alla non discriminazione
    I diritti sanciti devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di sesso, provenienza o nazionalità, lingua, religione o colore della pelle, disabilità oppure opinioni politiche.
  2. Il diritto al superiore interesse
    Ogni volta che vengono prese decisioni che possono avere conseguenze sui bambini, l’interesse del bambino ha la priorità. Ciò vale sia all’interno della famiglia che per le iniziative pubbliche.
  3. Il diritto alla vita e allo sviluppo
    Ogni bambino deve avere accesso alle cure mediche, poter andare a scuola ed essere tutelato da abusi e sfruttamento.
  4. Il diritto all’ascolto delle opinioni del minore
    Tutti i bambini devono essere presi sul serio come persone e rispettati. Ciò significa inoltre che devono essere informati in misura adeguata alla loro età e ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano.