Non andare con persone sconosciute, non accettare dolci oppure attraversare la strada stando particolarmente attenti: i genitori vogliono proteggere i loro figli dai pericoli. Quello che, però, è «normale» nella vita quotidiana, può spesso rivelarsi molto diverso nello spazio digitale. Proprio nella condivisione di foto sui social media, il cosiddetto «Sharenting».
Già più di 10 anni fa, all’81% dei bambini di 10 Paesi industrializzati era stata fatta, prima ancora del loro secondo compleanno, un’impronta digitale del piede.
I neonati di allora sono oggi dei giovani di età compresa tra i dieci e i dodici anni. Si stima che di loro vi siano ancor oggi in Internet delle foto di quando erano ancora dei lattanti. Si tratta di foto alla cui divulgazione non hanno certo dato alcun consenso e la cui cancellazione è quanto mai problematica, se non impossibile.
La condivisione di fotografie su diversi canali da parte dei genitori, dei nonni o di altre persone di riferimento è stata fatta fondamentalmente con le migliori intenzioni. Ma queste operazioni, fatte con rapidi clic e post, celano dei pericoli dei quali molte madri e molti padri non ne sono completamente consapevoli.