Punti di vista
La quotidianità con i bambini è gratificante, ma spesso impegnativa. Nelle situazioni difficili da gestire nel contesto educativo si può essere tentati di ricorrere alla violenza. Per questo motivo ci vogliono servizi che offrano sostegno. Nel mio lavoro di coach e di animatrice dei corsi per i genitori offro loro aiuto affinché migliorino le loro risorse e trovino comportamenti alternativi alla violenza. Rendendo più forti i genitori proteggiamo i bambini!
Rebekka Glückler
animatrice dei corsi Genitori forti – bambini forti e coach per famiglie neurodivergenti, due figli
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Nessun bambino dovrebbe vivere quello che è successo a me. Purtroppo, però, ci sono ancora molti bambini che subiscono abusi fisici e sessuali. Nella nostra epoca illuminata gli atti sessuali o fisici sui bambini o sugli adolescenti vengono ancora in gran parte tabuizzati. Spesso gli adulti si mostrano insicuri sul tema della violenza fisica o sessuale e reagiscono con imbarazzo. La prevenzione è un importante compito sociale, che sostiene i bambini nel loro sviluppo dei sensi, dando loro la possibilità di cogliere le opportunità che si presentano e di influenzare in modo positivo le generazioni future!
Rebeca Tschugmall
educatrice sociale, ex collaboratrice di progetto come esperta della promozione del tedesco nelle strutture di accoglienza per l’infanzia, esperienza pluriennale di lavoro con i bambini
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Quando si decide di mettere su famiglia non ci si immagina che diventando genitori si possa arrivare al limite. Comportarsi correttamente nelle situazioni difficili della quotidianità familiare e perseguire gli obiettivi ambiziosi che ci si è posti diventa un’impresa. Secondo me, affinché l’educazione non violenta diventi la norma, oltre a leggi, a campagne di sensibilizzazione e di prevenzione destinate in primo luogo ai genitori, che quindi addossano quasi esclusivamente a loro tutta la responsabilità, è necessario anche un maggiore sostegno da parte dell’economia e della società per evitare il più possibile che i genitori arrivino al limite. Ciò sarebbe per esempio possibile migliorando la conciliabilità tra lavoro e famiglia, cercando di andare più incontro alle famiglie, accettandole maggiormente e, soprattutto, riducendo le aspettative nei confronti dei genitori. I genitori sostenuti e valorizzati riescono certamente a far capo alle numerose alternative all’educazione violenta.
Rita Angelone
blogger www.dieangelones.ch, content creator @die_angelones, madre di due bambini. Foto: Maedy Georgusis
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Quando nasce il primo figlio, tutto cambia. Ci vuole tempo per sentirsi a proprio agio nel ruolo di genitori. È infatti difficile soddisfare i bisogni del bambino e i propri quando ci si rende conto che nella vita di famiglia non fila sempre tutto liscio. Se non teniamo conto delle nostre esigenze e le ignoriamo, con il passare del tempo faremo fatica a rispondere ai bisogni di nostro figlio, ci arrabbieremo e lo incolperemo del fatto di non riuscire a soddisfare le nostre esigenze. Credo che sia importantissimo prendermi cura anche di me stessa come persona, non solo come mamma, e chiedermi di che cosa ho bisogno in questo preciso momento. Il corso Genitori forti – bambini forti mi ha permesso di focalizzarmi su questo aspetto, perché tutte le emozioni sono permesse, ma non tutte le azioni. Per me è quindi importante accompagnare i genitori sin dalla nascita del bambino, per renderli più forti e mostrare loro le varie possibilità di gestire le emozioni forti e dove chiedere aiuto. Lavoriamo con il futuro, sin dalla nascita di un bambino le famiglie hanno bisogno di un ambiente che le renda più forti.
Sarah Walder
consulente in psicologia dello sviluppo, animatrice dei corsi Genitori forti – bambini forti, mamma di due figli, www.bewegtezukunft.ch
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La mia esperienza e le mie conoscenze mi hanno resa oltremodo sensibile all’importanza di considerare il bambino un soggetto di diritto che fa comunque parte di una famiglia, indipendentemente dai legami che lo legano ai suoi parenti stretti. Secondo me, il bambino non va mai considerato un elemento isolato e totalmente autonomo di un sistema di cui fa parte e di cui bisogna tenere conto. Sarebbe poco utile, se non persino dannoso, concentrarsi solo sul bambino, la cosa migliore e fondamentale è lavorare con la sua famiglia e prendersi cura delle persone a lui vicine per far sì che possa crescere nelle migliori condizioni possibili. Secondo un proverbio africano, per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio.
Gaëlle Droz
dr. iur., titolare di una patente di avvocato e di un CAS in etica, primo assistente all’Istituto della famiglia dell’Università di Friburgo
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La violenza non è mai una soluzione, né in guerra né sui bambini. La violenza fa solo vittime e queste vittime sono i nostri figli, il nostro futuro.
Anja Lapčević
cofondatrice e direttrice dell’hub Conscious Influence, due figli
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I bambini hanno bisogno del nostro affetto e del nostro amore incondizionati. Dobbiamo fare tutto il possibile perché tutti i bambini possano sperimentare questo amore, quindi dobbiamo assolutamente sostenere i genitori, in modo che possano accompagnare i loro figli nella vita sulla base di un rapporto amorevole. Essere genitori non è sempre semplice e non richiede solo risorse materiali, ma anche psicologiche. Spetta perciò alla società, alla politica e a tutti noi creare e consolidare queste risorse. Il compito di noi ricercatori è scoprire che cosa serve ai bambini per svilupparsi in modo sano e come sostenere i minori, i loro genitori e le famiglie a crescere insieme.
Eva Unternährer
Senior Postdoctoral Researcher al Dipartimento di ricerca psichiatrica infantile e adolescenziale presso le Cliniche psichiatriche universitarie (UPK) di Basilea
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Per me è stato sconcertante vedere quali sentimenti, a volte sconosciuti e non sempre belli, si sprigionavano nelle madri. E ancora più preoccupanti sono state alcune mie reazioni, che non sempre erano come me le ero immaginate io o mi aspettavo di avere. Un motivo in più per incoraggiare le famiglie a non affrontare da sole le loro preoccupazioni, con le quali gran parte di loro sono confrontate, e a cercare qualsiasi forma di aiuto. Affinché questo fragile, ma nel contempo il più importante sistema, ovvero la famiglia, possa crescere bene e ne venga così riconosciuta l’importanza.
Tanja Zuber
consulente sistemica e terapista Marte Meo per famiglie, genitori e coppie presso astBeratung, operatrice sociale SUP, madre di tre figli
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Solo conducendo una vita equilibrata, NOI genitori abbiamo anche l’energia e le risorse per accompagnare, sostenere e rafforzare in modo adeguato i nostri figli. I bambini hanno bisogno di genitori che si prendano cura di se stessi e dei loro bisogni tanto quanto dei bisogni dei loro figli, ma anche di genitori disposti a riflettere su se stessi e sul loro comportamento, a riempire di tanto in tanto in modo consapevole il loro serbatoio di energia e a vivere una vita equilibrata. In situazioni educative difficili, sarebbe fin troppo semplice cercare il «problema» solo nel bambino.
Theresa Eberhard
consulente sistemica per famiglie e donne, animatrice del corso Genitori forti – bambini forti®, madre di due gemelli di 5 anni, www.theresa-eberhard.ch
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Accompagnare i figli durante il loro sviluppo e tenere duro può essere molto impegnativo e faticoso. Lo so molto bene per esperienza diretta. Da un lato i figli ti riempiono di gioia, dall’altro ti innervosiscono, ti fanno provare un senso di frustrazione, ti fanno sentire provocati o persino esausti. Sfogare il tuo problema su tuo figlio o su tua figlia ricorrendo alla violenza psicologica o fisica non è la soluzione. Tua figlia o tuo figlio si fa valere e non ce l’ha con te. Fai del tuo meglio, provi a conciliare in modo ottimale famiglia, vita di coppia, lavoro e amicizie, ma non ci riesci come vorresti. Il volume della tua voce cambia, il tuo sistema nervoso diventa instabile e piano piano ti senti impazzire. Cosa fai quando hai i nervi a fior di pelle, la rabbia aumenta e l’insoddisfazione si fa sempre più evidente? Quali sono le tue strategie personali? Essere genitori va appreso ed è un processo costante. Confrontarsi apertamente con altri genitori (ma non parlando del bambino e raccontando cosa fa di sbagliato!) o rivolgersi a un consulente specializzato può essere utile: ci aiuta a capire le nostre emozioni, le nostre insicurezze, i nostri limiti e la situazione difficile che stiamo vivendo ed a elaborare stimoli preziosi che semplificano la vita quotidiana. Mostriamo ai nostri figli e alle nostre figlie che farsi aiutare è un segno di forza!
Katja Stäheli
consulente in psicologia dell’età evolutiva, formatrice di genitori e adulti, madre di due bambini
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I bambini hanno diritto a un’educazione premurosa, rispettosa e non violenta. Il modo in cui ci comportiamo con i più piccoli rispecchia i valori della nostra società.
Cristina Ziegler-Zanotta
dentista, mamma di due bambine di 4 e 6 anni
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Ormai è chiaro a tutti che in ambito educativo non c’è posto per le punizioni corporali! Ma che dire delle manipolazioni, dei ricatti emotivi e della privazione d’amore? Anche la violenza psicologica è una forma di violenza sui minori.
Sabine Meyer
Giornalista
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La violenza sui minori non dovrebbe esistere, ma purtroppo si manifesta più spesso di quanto si pensi. Dobbiamo riuscire a parlare dei nostri errori senza inibizioni, altrimenti sprechiamo la possibilità di cambiare. Invece di giudicare, dovremmo chiederci perché le persone ricorrono alla violenza. Spesso sono state a loro volta vittime di violenza e ripropongono inconsapevolmente queste esperienze. I padri che si confrontano con le loro esperienze pesanti regalano ai loro figli un’infanzia delicata e amorevole, il che è proprio quello di cui secondo me ha bisogno il nostro mondo.
Alessandro Barlocci
coach per padri
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I bambini e gli adolescenti sono il nostro futuro. Per noi adulti è un privilegio e un dovere come genitori, parenti, insegnanti e membri della società offrire ai minori che vivono in Svizzera possibilità di crescere degne di questo nome. Per poter svolgere questo compito dobbiamo impiegare conoscenze specialistiche e i mezzi finanziari necessari per riconoscere le famiglie in difficoltà, per sostenere e seguire i bambini e gli adolescenti per evitare la violenza. Qualora i bambini e gli adolescenti siano vittime di violenza, è inoltre nostro dovere porre immediatamente fine a queste situazioni e offrire a tutte le parti in causa una via di uscita dalla spirale della violenza. Questo è il compito di tutti noi, sempre, indipendentemente dalla nostra età, dal genere e dalle idee politiche.
Simone Munsch
professoressa di psicologia clinica e di psicoterapia all’università di Friborgo, psicoterapeuta riconosciuta a livello federale, responsabile della pratica di psicoterapia dell’università di Friborgo, tre figli
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Si sa che nei rapporti di coppia e con i figli si può davvero arrivare al limite. L’importante è conoscere i propri limiti per non superarli mai. Noi della polizia vediamo regolarmente casi in cui ciò invece succede: nel canton Berna interveniamo in media quattro volte al giorno per episodi di violenza domestica, e ciò grazie alle chiamate dei diretti interessati o di persone terze, che hanno deciso di chiedere aiuto e di guardare in faccia alla realtà invece di far finta di niente. I casi non denunciati, però, sono tanti. In oltre la metà dei nostri interventi sono coinvolti anche dei bambini. Questi interventi possono essere il primo passo per spezzare la spirale di violenza, ma sappiamo tutti quanto sia difficile. Ancora più importante è prevenire: per questo motivo dobbiamo affrontare i tabù, sensibilizzare la popolazione e organizzare reti di offerte di aiuto, affinché i minori coinvolti o i detentori dell’autorità parentale trovino sostegno per tempo.
Michael Fichter
Responsabile della prevenzione presso la polizia cantonale di Berna
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Certo, a volte i bambini possono essere snervanti: non rispettano i patti, fanno i capricci di punto in bianco e nelle situazioni più inopportune e non hanno la più pallida idea di che cosa siano il tatto o il rispetto, in poche parole sono l’impulsività fatta persona. Non c’è quindi da stupirsi che il potenziale di frustrazione di noi genitori sia così alto! C’è qualcuno che non si è mai sentito come una pentola a pressione sul punto di scoppiare? In queste situazioni dobbiamo dar prova di ciò che i nostri figli non sanno ancora fare, ossia gestire i sentimenti contrastanti, quindi dobbiamo essere in grado di provare contemporaneamente (!) emozioni e impulsi contraddittori, come una rabbia giustificata o una voglia irrefrenabile di reagire dando nel contempo prova di responsabilità e di premura! Se durante queste tempeste emotive interiori riusciamo a gestire i sentimenti contrastanti, non ci limitiamo a dar prova di maturità, ma facciamo uno dei regali più belli ai nostri figli, perché evitiamo di mettere a repentaglio il legame forte e sicuro che esiste tra noi, ossia la cosa più importante nella vita e per lo sviluppo dei nostri figli.
Simona Zäh
Responsabile del centro di competenza bindungsbasiert.ch e madre di tre figli
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Nessun bambino ha chiesto di vivere in questo mondo. Spetta a noi adulti accogliere i bambini con amore, rispetto e una mente aperta, dar loro la possibilità di crescere e di diventare anelli di congiunzione nella nostra società sempre più divisa. Questa frammentazione è peggiorata dai media «sociali», il cui effetto disgregante risulta sempre più evidente con il passar del tempo. I bambini e gli adolescenti crescono in questo mondo ibrido creato da noi adulti e quindi spetta a noi fare in modo che riescano a gestirlo. Non si tratta di combattere guerre per procura contro i videogiochi e i media online, dimenticando così i gravi misfatti che accompagnano la quotidianità, come la violenza domestica e le umiliazioni da parte degli insegnanti, ma piuttosto di affrontare in modo responsabile e positivo le sfide che la vita ci pone a livello analogico e digitale
Marc Bodmer
Padre di un figlio adulto, giurista, gamer e mediatore tra il mondo analogico e quello digitale, marcbodmer.com. Foto: Roger Hofstetter
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Vorrei che le persone non giudicassero, ma che decidessero di intraprendere un percorso con gli altri verso una società non violenta. Chi è stato vittima di violenza o “solo” di punizioni corporali rischia facilmente di fare proprie queste pratiche. Ci vuole un grande impegno per spezzare questo circolo vizioso. Si tratta in pratica di porre dei limiti senza diventare violenti e di prendere le distanze prima che la rabbia e la frustrazione abbiano il sopravvento. A volte basta fare un passo indietro e cercare di calmarsi, altrimenti si rischia che la situazione precipiti. L’amore è forte e libera forze trasformatrici. La resistenza non violenta aiuta a perseverare e a diventare creativi. Ciò che guarisce e sprona è la relazione. Noi esseri umani abbiamo bisogno di persone, grandi e piccole. A Protezione dell’infanzia Svizzera auguro altri quarant’anni di perseveranza e di creatività.
Linard Bardill
cantautore, scrittore e narratore. Foto: Roman Bargezzi
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La mia infanzia è stata molto bella. Anche se non avevamo molto, di fatto avevamo tutto, cioè genitori che ci davano le cose più importanti: calore umano e sicurezza. Ancora oggi mi nutro della forza che mi hanno trasmesso i miei genitori. Per questo motivo penso che sia importante fare tutto il possibile per aiutare i bambini che non hanno questa fortuna a farsi strada nella vita. I bambini, infatti, sono la nostra speranza e il nostro futuro! Soprattutto in questo periodo in cui appare evidente che lasceremo moltissimi problemi alle generazioni future, abbiamo bisogno di bambini che sappiano affrontare la vita con positività per risolvere questi problemi con tutta la forza necessaria. È stata questa la motivazione che tanti anni fa mi ha spinto a diventare maestro. Sono tuttora convinto che il mestiere più bello sia aiutare i bambini, sostenerli, prenderli sul serio e anche imparare da loro. Proprio così, perché anche da loro si può imparare molto.
Peach Weber
Comico, ex insegnante e padre di una figlia
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«Astrid Lindgren ha detto che l’amore si può imparare e che nessuno è più bravo a imparare dei bambini. È una frase bellissima. Anche se a volte la convivenza con i bambini può essere impegnativa e ti obbliga a metterti in discussione, non smetterò mai di dare alle mie figlie la sicurezza e l’amore che spettano loro. La violenza non è mai la soluzione.»
Isabelle Kade
Fotografa di famiglie e Content Creator @miniundstil e madre di tre bambine
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La genitorialità pacifica è la migliore prevenzione della violenza nel mondo. Se possono prendere sul serio le loro emozioni, se vengono accompagnati nel loro mondo emotivo, se sentono tutti i giorni l’amore incondizionato delle loro persone di riferimento, che tengono conto dei loro bisogni e che comunicano con loro in modo rispettoso, i bambini diventano personalità forti e sicure di sé che non hanno bisogno di ricorrere al potere e alla violenza.
Birgit Gattringer
Cofondatrice di www.starkekids.com, coach familylab, coach mentale e madre di due ragazzi
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Un conflitto o una sofferenza nascono quando si vuole ad ogni costo una cosa, che in realtà non si può avere. Se però una persona è convinta di non poter proprio fare a meno di questa cosa, cercherà di modificare la realtà per conformarla ai suoi bisogni. Distorcendo la realtà, però, non si risolve il problema. Per sanare i conflitti servono tempo e la disponibilità a scendere a compromessi. Se l’adulto vuole leggere in santa pace un articolo e il bambino non fa che piagnucolare, entrambi devono prendersi il tempo per capire i bisogni reciproci. Prendersi il tempo significa accettare che le cose non possono cambiare immediatamente e scendere a compromessi significa dover dare per ricevere. Dopo tutto si tratta di controllare e di realizzare in modo produttivo desideri, bisogni e pulsioni.
Philipp Ramming
psicologo specializzato in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza e in psicoterapia FSP, già presidente dell’Associazione svizzera di psicologia evolutiva ASPE e padre di due figli adulti
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Il futuro è dei bambini: aiutiamoli a scoprirlo! Diamo loro delle direttive, senza privarli della libertà. Per me è sempre stato importante continuare a vivere la mia vita anche una volta diventata mamma. Per questo motivo ho osato lanciarmi in una carriera indipendente. Mio marito è regolarmente via per lavoro per periodi prolungati e a volte, tra casa e figli, può diventare dura. Ciononostante, nella nostra famiglia la violenza non entra assolutamente in linea di conto. Ci sono altri modi per mostrare ai bambini quali sono i limiti. La chiave di tutto è il dialogo: prima si ascolta e poi si parla, esattamente in questo ordine. I nostri figli crescono così in un ambiente spensierato, pacifico e non violento. Inoltre, vivendo un’infanzia improntata alla non violenza, in futuro potranno trasmettere gli stessi valori.
Céline Widmer
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In tutto il mondo, la vita delle persone è sempre più legata all’ambiente digitale. Pensando alla didattica a distanza, ciò vale anche per i bambini. Tuttavia, accedendo a questo mondo online, ai bambini si apre uno spazio globale di comunicazione e di contatti, che offre molte possibilità positive di sviluppo, ma che presenta anche, e questo è il rovescio della medaglia, molti rischi. Uno di questi rischi, a livello globale, è che chi commette reati a sfondo sessuale può entrare in contatto con i bambini grazie alla rete. Purtroppo le misure per proteggere i bambini su internet non vengono sviluppate in modo proporzionale al tempo che questi ultimi passano in rete, né ai rischi che corrono, che richiederebbero strategie di soluzione globali. Anche in ambito digitale, però, i bambini hanno diritto di crescere liberi e sicuri. È quindi oltremodo importante prepararli a confrontarsi con questi rischi trasmettendo loro le necessarie competenze mediali, cosa che spetta soprattutto ai genitori e alla società. Ciò implica che i genitori utilizzino a loro volta questi media e provino a giocare a un gioco online, in modo da capire il fascino che esercita e i rischi che comporta l’essere online. A tale scopo devono investire tempo, dar prova di pazienza e a volte avere nervi saldi, ma al momento questo è il miglior modo per proteggere i bambini.
Dr. Thomas-Gabriel Rüdiger
Direttore dell’Istituto di cybercriminologia presso l’Accademia di polizia del land tedesco del Brandenburgo e padre di due figli (foto: @stine-photography Janine Limberg)
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«Ancora oggi ricordo una storia che mi aveva raccontato mio padre: ai suoi tempi, era ancora usanza che i maestri trattassero male gli allievi, per esempio bacchettandoli sulle dita o prendendoli a cinghiate sui polpacci. Quando mio nonno scoprì da dove venivano i lividi del figlio, andò dal maestro e gliene disse quattro, e la cosa non si ripeté più. Sono rimasta molto colpita dal fatto che mio nonno avesse preso le difese di mio padre, in un periodo in cui i bambini non avevano ancora il “valore”, se così si può dire, che hanno oggi, in cui avevano meno libertà di scelta (per esempio solo il figlio maggiore poteva studiare) e dovevano soprattutto dare una gran mano alla famiglia. Come madre, anch’io ho sperimentato in prima persona che cosa significhi avere i nervi a fior di pelle e quanto si possa arrivare vicini a trattare male i propri figli, usando parole pesanti o passando alle mani. In quei momenti ci vuole ben più della padronanza di sé e dell’autoriflessione. È necessario soprattutto molto più sostegno per i genitori, che spesso sono chiamati a giostrare molte cose nel contempo e hanno poche possibilità di ricaricare le loro batterie.»
Tamara Beck
Blogger del sito mamamal3.ch, giornalista e madre di 3 figli
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È molto importante che i genitori si informino sulla violenza sessuale nei confronti dei minori e che ne parlino regolarmente in famiglia, con i vicini, alle riunioni per i genitori o alle giornate informative degli scout. Nulla scoraggia maggiormente i potenziali autori di violenza delle famiglie che parlano apertamente di violenza sessuale sui minori e che non esitano a intervenire se qualcuno si avvicina troppo ai loro figli. Oltre a ciò è indispensabile parlare di sessualità con i bambini. Se una persona cerca di manipolare un bambino, quest’ultimo fa molta fatica a dirle ‹Basta!›. Se però il bambino è informato sulla violenza sessuale, ne riconoscerà prima i segnali e sarà in grado di parlarne. Nella migliore delle ipotesi sarà possibile bloccare per tempo determinati atti, prima che i bambini debbano subire conseguenze pesanti. Dobbiamo essere consapevoli che per i bambini la violenza sessuale è molto difficile da riconoscere. Tutti sanno identificare la violenza fisica, anche i bambini più piccoli. Un bambino sa che uno schiaffo è qualcosa di brutto, ma se una persona spacciare la violenza sessuale per un gioco, un bambino totalmente all’oscuro dell’argomento non ha nessuna possibilità di rendersi conto che certi atti sono inaccettabili. Nel nostro servizio di aiuto alle vittime di reati vediamo molti esempi di questo genere. Spesso gli autori della violenza iniziano a oltrepassare i limiti fingendo che si tratti di un gioco divertente, che però si trasforma progressivamente in una vera e propria violenza sessuale. È proprio questa una delle strategie dei violentatori: avvicinano i bambini con un atto che, qualora venisse scoperto, tentano di far passare come un semplice gioco. Tuttavia, non appena si sentono sicuri che il bambino non ne parlerà con nessuno, poiché l’hanno manipolato a dovere, la violenza diventa sempre più massiccia. Per questo motivo è importantissimo parlare di sessualità ai bambini in modo adeguato alla loro età. Non basta però parlare di sessualità, bisogna anche spiegare loro cos’è la violenza sessuale.
Agota Lavoyer
Esperta indipendente di violenza sessuale, madre di quattro figli
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Essere genitori significa superarsi ogni giorno, anche se troppo spesso ci scontriamo con i nostri limiti, il che è assolutamente normale. Quando una coppia ha un bambino, condivide con lui la vita, la quotidianità. A volte i bisogni sono completamente diversi, ed è giusto che sia così. Bisogna solo esserne consapevoli ed evitare che lo sviluppo dei nostri figli non venga influenzato negativamente dai ritmi serrati e stressanti della nostra vita quotidiana. Occorre fare l’esatto contrario: mettersi all’altezza dei nostri figli, guardandoli negli occhi, ascoltandoli e rafforzando così in modo armonioso il legame genitori-figli. Troppo spesso imponiamo ai nostri figli un regime che si basa sulla mera contrapposizione tra giusto e sbagliato. Li obblighiamo quasi a sottostare al ritmo delle nostre giornate, alle nostre abitudini. Come sfuggire da queste situazioni stressanti? Come spostare la nostra attenzione da noi stessi, mettendo in primo piano i bisogni contingenti dei nostri figli? Come genitori riusciamo a uscire da questo vortice per non dover reprimere la nostra rabbia mal incanalata e l’imminente collera di un bambino che non vuole cooperare? Comunicando in maniera pacata, noi genitori rispondiamo al bisogno di intimità e di sicurezza dei nostri figli, garantendo loro un porto sicuro, invece di spaventarli, allontanandoli ulteriormente da noi. I nostri figli, infatti, hanno sempre bisogno di sentirsi sicuri e amati. Se si comportano in un certo modo, non è per cattiveria, seguono solo un processo di apprendimento, in cui noi genitori fungiamo da modelli. Nessuno di noi ha inventato il concetto di genitorialità, ma siamo responsabili in prima persona del legame con i nostri figli e del conseguente modo in cui crescono. Diamo quindi loro lo spazio necessario per scoprire se stessi e il loro ambiente, sostenendoli in modo concreto e pacifico!
Richard Wenner
blogger del sito papammunity.de e papà di un bambino
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Come genitori vogliamo solo il meglio per i nostri figli. Cerchiamo di remare entrambi nella stessa direzione ma, come coppia, regolarmente ci scontriamo. Cerchiamo di migliorarci, ma facciamo come i nostri genitori e, anche se non lo vorremmo, finiamo per ricadere negli stessi schemi comportamentali con cui siamo stati cresciuti noi. Se vogliamo dei figli forti, dobbiamo fare i conti con la nostra storia. Come genitori dobbiamo capire quali sono gli schemi del nostro rapporto di coppia e qual è il ruolo che ne risulta per i nostri figli. Se siamo consapevoli dei nostri punti deboli e delle nostre ferite e riusciamo a integrarle nel nostro vissuto, non li trasmetteremo alla prossima generazione. Prima di definire un bambino «difficile» o di volerlo educare in un modo che corrisponda alle nostre aspettative nei suoi confronti, dovremmo innanzi tutto riflettere sulle nostre convinzioni, capire ed elaborare le esperienze del nostro «bambino interiore.» Se ai nostri figli diamo l’esempio di quello che vorremmo da loro, non dovremo insegnar loro come si fa perché ci arriveranno da soli.
Felizitas Ambauen
Psicoterapeuta e terapeuta di coppie, ideatrice dei workshop «PAARCOURS-Beziehungsweise werden» e del podcast BEZIEHUNGSKOSMOS, madre di una figlia (Foto: Emanuel Wallimann)
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Quando lavoravo come maestro di scuola dell’infanzia nel bosco, una volta o più alla settimana almeno un bambino oltrepassava i miei limiti con il suo comportamento, ma io riuscivo a restare professionale. Ora non lavoro più come maestro di scuola dell’infanzia, sono musicista per bambini, consulente pedagogico e papà. Mia figlia oltrepassa i miei limiti personali un paio di volte alla settimana, a volte di più, a volte di meno e a volte di brutto. Se poi subentra anche lo stress, le cose si mettono male… per entrambi. Ma l’adulto sono io. E dopo ognuno di questi episodi, mi chiedo: ‹Com’è possibile che una bambina di 9 anni sia riuscita a farti uscire dai gangheri? Dovresti sapere come si fa a prendere le distanze da certe situazioni. Sei un adulto e sei in grado di ridimensionare i suoi capricci e il suo “non voler mai pulire i denti”. Cerca quindi di essere attivamente adulto, datti da fare e gestisci la cosa›. Ce la possiamo fare, cari genitori, proprio perché siamo adulti e quindi abbiamo superato lo stadio in cui prendevamo tutto sul personale... o almeno si spera! Il mio trucco è riderci sopra, dapprima volutamente, consapevolmente e di solito un po’ in preda alla disperazione, affinché la volta successiva io riesca a ridere inconsapevolmente e, nella migliore delle ipotesi, in un futuro un po’ più lontano anche mia figlia riesca a riderci su… così che si possa farci una bella risata insieme!
Marius Tschirky
musicista, autore e pedagogo della natura (Foto: Beni Blaser)
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Tolleranza zero nei confronti del mobbing e della violenza. Insieme per una convivenza pacifica, soprattutto per il bene dei bambini.
Michel Fornasier
in arte Bionicman e promotore della fondazione di Give Children a Hand
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Da oltre vent’anni ascolto i racconti dei bambini vittime di abusi. Dopo aver lavorato cinque anni in una Casa delle donne, da 17 sono attiva nel gruppo di protezione dell’infanzia dell’Inselspital di Berna, dove in caso di sospetto di abusi sui minori valutiamo la situazione fornendo la nostra consulenza: parliamo con i bambini, chiediamo loro di raccontarci quello che hanno vissuto e documentiamo eventuali tracce di violenza. A mandarci i bambini sono sia i detentori dell’autorità parentale che i professionisti, come i rappresentanti delle autorità civili, le autorità penali, i pediatri o gli operatori sociali attivi nelle scuole. Di solito i bambini non capiscono perché vengono picchiati, stretti al collo o presi a calci, non si spiegano cos’hanno fatto di male e non riescono a comprendere la violenza. In quei momenti i genitori non si rendono conto che con le punizioni corporali i loro figli non si comportano meglio, non vanno meglio a scuola e non commettono meno errori. I bambini che piangono in continuazione, quelli che soffrono di ADHD o che vivono in un ambiente familiare difficile possono mettere a dura prova i nervi di qualsiasi genitore. Non c’è nulla di cui vergognarsi, i genitori non devono venire stigmatizzati e la situazione non va tabuizzata. L’importante è che cerchino quanto prima un aiuto a bassa soglia, che riescano a parlare con i loro amici per rendersi conto che a volte ci si può sentire stressati, spazientiti e sopraffatti dagli eventi, e che la casa perfettamente in ordine o la torta fatta in casa possono anche aspettare.
Mischa Oesch
psicologa e psicoterapeuta FSP e psicologa dell’emergenza certificata FSP e RNAPU
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Abuso sui minori e violenza domestica: due cose che nessuno dovrebbe mai sperimentare. Purtroppo, però, ci sono bambini e adolescenti che vivono quotidianamente questi problemi sulla loro pelle. Inoltre, online e sui social media si sono fatte strada forme virtuali di violenza che fanno male tanto quanto quelle fisiche e che colpiscono i nostri figli altrettanto duramente. Tutto ciò è sempre più presente nel nostro mondo, anche in Svizzera. Sono madre di due figlie e mi impegno per un’educazione non violenta. Dico NO alla violenza nei confronti dei bambini e degli adolescenti. È importante educare i nostri figli con amore!
Christa Rigozzi
moderatrice e imprenditrice, madre di due figlie (foto: Ellin Anderegg)
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Se ci sentiamo liberi di sbagliare e di non doverci conformare alle norme, spesso la rabbia e la frustrazione se ne vanno da sole, facendo spazio alla chiarezza, all’incoraggiamento e all’amore incondizionato.
Marah Rikli
libraia, giornalista e madre di due figli (Foto: Gianmarco Castelberg)
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«Sono nata a Vienna nel 1960. Allora le punizioni corporali erano ancora un metodo educativo legittimo. I vecchi film in bianco e nero in cui i bambini vengono sculacciati danno un’idea di quella “normalità”, che grazie al cielo fa oramai parte del passato. Mio padre mi ha “educata” di conseguenza. Oltre a venir picchiata e intimorita, sono anche stata per anni vittima inerme dei suoi abusi sessuali, dato che mia madre guardava altrettanto docilmente dall’altra parte. Interrompere la spirale della violenza è stato difficile e non far subire ai miei figli quello che avevo dovuto passare io è stata una lotta altrettanto dura contro un riflesso. Tuttavia ci sono riuscita e credo di averli cresciuti bene e che oggi siano adulti felici. Esserci riuscita mi rende ancora più fiera dei romanzi che ho scritto, nel primo dei quali (pubblicato con lo pseudonimo “Brenda Leb”) ho descritto quello che ho passato nella mia vita. Il cambiamento di mentalità nella popolazione è evidente, ma il fatto che i figli non siano proprietà dei genitori purtroppo non è ancora stato recepito in tutte le culture. È però vero che finché le persone potranno pensare, potranno anche cambiare. Per questo motivo è fondamentale impegnarsi per un’educazione non violenta!»
Brigitte Kaindl
Scrittrice e madre di due figli adulti
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L’amore e la sicurezza stanno alla base di ogni stile educativo.
Fiorina Springhetti
Naturopata TEN, ideatrice del sito www.mamalltag.ch, madre di due bambine di 6 e 8 anni
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Sono convinta che la generazione attuale di genitori abbia la forza necessaria e li ammiro.
Linda Steiner
Essere umano, fiera madrina di due bambini, monitrice e responsabile del corso Genitori forti – bambini forti®
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Fare il padre non è sempre facile. Spero che chi ha bisogno di aiuto lo trovi.
Christoph Simon
cabarettista e scrittore (Foto: Michael Isler)
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La violenza è una scorciatoia che le persone prendono quando tutte le altre strade sembrano troppo lunghe, troppo impegnative o troppo spiacevoli, quando vogliono o devono a tutti i costi mettere i loro bisogni davanti a quelli degli altri.
Nils Pickert
scrittore e giornalista, padre di quattro figli (Foto: Benne Ochs)
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La violenza, sia essa fisica o psicologica, alla fine non è altro che un sostanziale fallimento.
Cédric Bonnébault
Delegato alla gioventù – Canton Vallese
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Ascoltiamo in modo più consapevole i nostri figli e gli altri bambini e cerchiamo di capire ciò che realmente li preoccupa. Ascoltarli è un inizio.
Andrea Braschler
madre di due figli e consulente presso l’agenzia pubblicitaria Jung von Matt LIMMAT
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Proprio nel settore della violenza sui minori, della povertà infantile e delle pari opportunità formative, non riesco ad accettare l’attuale ‹situazione di stallo› e il peggioramento delle condizioni dei minori.
Paula Honkanen-Schoberth
autrice, madre di una figlia adulta e nonna di due dolcissimi nipotini
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Non ho figli ma, osservando le dinamiche a bordo vasca, ho potuto sperimentare coi miei stessi occhi come la violenza verbale non porta a nulla.
Giorgia Rigazzi
studentessa e monitrice di nuoto
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Un bambino che cresce in una famiglia che privilegia il dialogo alla violenza fa meno fatica a capire se un’altra persona tenta di imporgli la sua volontà.
Marco Tuberoso
psicologo, responsabile della prevenzione presso ESPAS, un servizio specializzato nella prevenzione della violenza sessuale nella Svizzera francese e italiana
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Anche se vengono trattati male dai loro genitori, i bambini non smettono mai di amarli. Tuttavia smettono di amare se stessi.
Anonima, oggi adulta e attiva come nell’ambito dell’assistenza ai giovani come peer
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I bambini hanno il diritto di crescere in un ambiente protetto, in condizioni che permettano loro di svilupparsi liberamente.
Kathrin Schärer
illustratrice di libri per l’infanzia
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I bambini non meritano mai di essere feriti, qualunque cosa abbiano fatto.
Claudia Landolt Starck
madre di quattro bambini e redattrice di Fritz und Fränzi, la rivista svizzera per i genitori edita dalla Fondazione Elternsein
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I bambini, infatti, sono gli adulti di domani.
PD Dr. med. Niklaus Egloff
Facoltà di medicina, Università di Berna
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Molti genitori hanno solamente paura di essere considerati inadeguati qualora chiedessero aiuto, sono quindi dell’idea che tutti possiamo fare del nostro meglio affinché questa concezione negativa cessi di esistere.
Giulia Zanga
studentessa di Master in Psicologia ed Educazione, responsabile Colonia integrata Volere Volare ATGABBES
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I figli chiedono molto ai genitori. Chiedono amore, protezione, sicurezza, fiducia, tempo e attenzioni. Una cosa che però i figli di sicuro non chiedono dai genitori è la violenza!
Stefanie Rietzler
è psicologa, autrice e responsabile, insieme a Fabian Grolimund, dell’Accademia per i problemi di apprendimento.(Foto: Franziska Messner-Rast)
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I bambini hanno bisogno di molte parole, di una buona capacità comunicativa, per poter usare parole forti e sviluppare una forte personalità.
Moritz Daum
padre di tre bambini, professione di psicologia dello sviluppo all’Istituto di psicologia dell’Università di Zurigo
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Sembra tutto così plausibile, in realtà è un continuo esercitarsi a essere pazienti, a prendersi il tempo necessario e a mantenere la calma.
Manu Burkart
padre di 3 bambini e comico del Cabaret Divertimento
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Gridare non serve a niente. Se gridi hai perso. Ripeto: con i bambini bisogna essere gentili.
Valeria Nidola
maestra, raccontastorie e libraia
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Purtroppo l’apparenza inganna e le belle parole non bastano. Quello che conta è come si sentono veramente i minori e a tale scopo è importante guardare quello che succede.
Prof. Dr. Allan Guggenbühl
psicoterapeuta e autore, direttore dell’Institut für Konfliktmanagement
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Per i bambini la cosa più bella è trascorrere spensieratamente del tempo con i genitori.
Lorenz Clormann
padre di due bambini e creative director presso l’agenzia pubblicitaria Jung von Matt/Limmat
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Dobbiamo aiutare i genitori a trovare alternative all’aggressione e alla violenza migliorando le loro risorse.
Prof. Dr. Guy Bodenmann
psicologo, ricercatore di coppia e di famiglia, ideatore di un programma di promozione della salute per coppie (Paarlife)
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Ma come possiamo garantire il benessere di un bambino e quando, in relazione agli aspetti sociali e culturali della violenza, i genitori superano i limiti?
Mirjam Werlen
esperta giuridica nel campo della protezione dell’infanzia, membro di InterAction Suisse, un’associazione per persone intersex che sostiene anche i genitori
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Ciò che vale in politica vale a maggior ragione in famiglia. Definire delle regole ed osservarle è importante anche nell'educazione e nel mondo con cui trattiamo un bambino che dev’essere sempre improntato al rispetto.
Fabio Regazzi
Consigliere nazionale del Partito popolare democratico, membro della commissione politica della Fondazione svizzera per la Protezione dell’infanzia
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La mia strategia di sopravvivenza si chiama umorismo, sia in ambito professionale che privato.
Nina Wägli
madre di tre ragazzi di 7, 5 e 4 anni, attrice e animatrice socio-culturale diplomata, nonché «dottoressa Sogni» per la Fondazione Theodora
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Accompagnare i bambini nella loro crescita dà molta gioia, ma è anche una delle più grandi sfide che la vita ci presenta.
Claudia Bischofberger
madre di tre figlie e docente certificata per i corsi Genitori forti – bambini forti (Starke Eltern – Starke Kinder®)
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Il compito più importante di noi genitori è offrire ai nostri figli un rapporto sicuro.
Fabian Grolimund
psicologo, autore, responsabile della Akademie für Lerncoaching di Zurigo e padre di due bambini
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Molte situazioni conflittuali e stressanti della quotidianità educativa possono essere evitate se prendiamo coscienza del nostro passato.
Lisa Werthmüller
consulente psicologica dipl. e coach genitori-bambino, madre di una figlia adulta
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Attraverso la violenza fisica e psicologica i bambini si fanno una concezione brutta del mondo.
Viola Amherd
Consigliera federale, già membro del Consiglio di fondazione di Protezione dell’infanzia Svizzera
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Le parole sagge non bastano: oltre alle offerte di sostegno per i genitori, ci vogliono anche risposte politiche. Lo dobbiamo ai bambini.
Flavia Wasserfallen
consigliera nazionale, presidente dell’Associazione svizzera per la consulenza genitori bambini (ASCGB), madre di tre bambini
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Parliamo di violenza. Ricorrere alla violenza non è una soluzione, è piuttosto un segno di incapacità a gestire determinate situazioni.
Patrizia Luger
formatrice di adulti APF, educatrice della prima infanzia, madre di tre figli, animatrice certificata dei corsi Genitori forti – bambini forti®
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Tutti i giorni, grazie ai nostri figli, capiamo che possiamo migliorarci, cosa però non sempre facile.
Moana Werschler
blogger di www.missbroccoli.com, blog per mamme sull’alimentazione per bambini, esperta di verdure e diplomata in scienze della comunicazione, madre di due bambini di 5 mesi e di 3 anni e mezzo
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La violenza pregiudica lo sviluppo del bambino a vari livelli.
Dr. Niamh Oeri
Post Doc presso il Dipartimento di psicologia dello sviluppo dell’Università di Berna
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Se un rapporto è basato sulla paura, sulla vergogna e sul senso di colpa, a risentirne è lo stato psicologico del bambino, che non sarà sano e stabile.
Caroline Märki
fondatrice e responsabile di familylab.ch e consulente familiare secondo il metodo di Jesper Juul
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In realtà, sarebbe così semplice: non fare a un bambino quello che non vorresti fosse fatto a te.
Ellen Girod
giornalista freelance, madre di due bambine di 2 e 4 anni e fondatrice di Chezmamapoule.com, la rivista web per un mondo a misura di bambini
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Spetta a noi trattare sempre in modo rispettoso i nostri figli, anche se a volte le cose non vanno come vorremmo.
Nadja Zimmermann
imprenditrice, autrice di libri e blogger, madre di due figlie di 12 e 7 anni
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Noi adulti dobbiamo gestire diversamente le nostre debolezze perché la violenza pregiudica lo sviluppo dei nostri figli.
Prof. Dr. Martin Hafen
docente e specialista in prevenzione presso la Scuola universitaria professionale di Lucerna, dipartimento Lavoro sociale
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In Svizzera i bambini non vengono protetti sufficientemente.
Géraldine Marchand-Balet
madre di due figli maggiorenni, consigliera nazionale del PPD
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Sono convinto che sia tutto quello che posso fare per accompagnarli nella loro vita e per continuare a essere un punto di riferimento per loro.
Christian Lüber
padre di tre bambini, autore di musica per bambini e ideatore di Hilfssheriff Tom (l’aiuto sceriffo Tom), la prima band country svizzera per bambini
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La società e la politica devono finalmente decidere che protezione concedere ai nostri figli.
Christine Bulliard-Marbach
Consigliera nazionale del PPD, presidente della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura (CSEC) del Consiglio nazionale, madre di tre bambini
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Le persone vittime di violenza durante la loro infanzia che riescono a non riversare quella violenza sulla generazione successiva dimostrano di essere particolarmente forti.
Lorenz Pauli
autore di libri per l’infanzia, padre di due adolescenti
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Molti dicono che niente è giusto o sbagliato, ma io non la penso così: la violenza è sempre sbagliata.
Racha Fajjari
imprenditrice e fondatrice di Mamalicious, la più grande community per le mamme della Svizzera, e madre di un bambino di 8 anni
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Gli insegnanti hanno una responsabilità particolare: mostrare stima per i loro allievi indipendentemente dal loro rendimento.
Alexander Meier
monitore G+S di karate
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Parliamo di tutto quello che succede nel segreto delle famiglie e sosteniamo sia i genitori che i bambini.
Fleur Jaccard
responsabile del settore Attività sociali presso la fondazione Christoph Merian e persona attiva in favore dei minori
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I Bambini non possono chiamare un caro amico o ribellarsi, e quando sono vittime di violenza da parte dei genitori non sanno che quello che stanno vivendo non è ammissibile.
Nils Althaus
cabarettista, musicista e attore, padre di due bambini di 4 anni e di un anno e mezzo
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La resistenza non violenta è di gran lunga meglio, e questo vale sia per i bambini che per gli adulti.
Jolanda Spiess-Hegglin
attivista nei social network e direttrice di #NetzCourage
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I bambini imparano dai modelli – positivi o negativi – che hanno davanti.
Susanna Valentin
madre di tre figli di 6, 4 e 2 anni, pedagogista curativa clinica e sociale, responsabile dei corsi Starke Eltern, starke Kinder® e giornalista freelance
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Ogni bambino ha diritto a un’educazione non violenta.
Rosmarie Quadranti-Stahel
Consigliera nazionale del PBD, madre di tre figli adulti
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Spesso i genitori sono sotto pressione e cercano di arrabattarsi come meglio possono e di salvare le apparenze, e non si fanno aiutare.
Slavia Karlen
blogger del sito womentalk.ch, madre di un ragazzo di 12 anni
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A volte dimentichiamo che i bambini non nascono già grandi e che siamo stati tutti bambini.
Olivia Abegglen
blogger del sito fraueleintiger.ch e madre di due bambini di 3 e 1 anno
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Da bambina prendevo degli schiaffi senza una ragione apparente e mi rendo conto di soffrirne tutt’oggi che ho passato i cinquant’anni.
Testimonianza anonima
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Una delle chiavi più importanti per conquistarla è avere rapporti improntati alla fiducia in famiglia.
Prof. Dr. Dominik Schöbi
università di Friborgo, psicologo e padre di tre figli tra i 6 e i 13 anni
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Ogni forma di violenza rende molto insicuro un bambino e mina la fiducia che ha in se stesso e nel mondo circostante.
Katja Wiesendanger
direttrice della fondazione Pro Juventute
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La fiducia è come un foglio: una volta piegato, i segni resteranno sempre visibili.
Christian Glauser
capo di un Servizio dell’energia cantonale
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Secondo me bisogna remare tutti nella stessa direzione e fare un lavoro di gruppo, indipendentemente che i genitori vivano insieme o siano separati.
Marie-Eve Marville
Performance Manager e madre di un bambino di 7 anni
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Siamo responsabili delle nostre reazioni.
Patrick Linner
grafic designer et padre di una bambina di 4 anni
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Nei momenti di difficoltà mi ha aiutata fare movimento: uscivo all’aria aperta da sola o con le mie figlie e generalmente le mie frustrazioni svanivano molto in fretta.
Yvonne Feri
Presidente del Consiglio di fondazione di Protezione dell’infanzia Svizzera
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Il mio sogno è che sempre più persone capiscano che la violenza è uno strumento educativo assolutamente inadeguato, perché i bambini hanno innanzi tutto bisogno di cure, di relazioni stabili e affidabili, e di modelli positivi.
Dr. med. Markus Wopmann
primario della clinica pediatrica dell’ospedale cantonale di Baden
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